E.M.D.R.

I punti di forza di questa metodologia
Pubblicato il 10 marzo 2014 in E.m.d.r..


Si possono individuare 2 principali punti di forza di questa metodologia terapeutica:

1) Un’azione diretta di reclutamento e rielaborazione di contenuti mentali ad un particolare livello di esperienza immediata o rappresentativa, eludendo i vincoli del comune accesso attraverso i contenuti semantici e delle abituali modalità narrative. Questo tipo di azione viene realizzata per mezzo della stimolazione bilaterale e corrisponde -su un piano di descrizione strettamente cognitivo- a quel che si vuole intendere con il termine “intervento a livello neurofisiologico”.

2) Un’azione complessiva della procedura nel senso di una integrazione trai diversi livelli conoscitivi in particolare delle rappresentazioni sensoriali con i livelli di elaborazione esplicita.

 

 Il Protocollo EMDR
Nel corso dei suoi 10 e più anni di vita le modalità di applicazione della tecnica di stimolazione bilaterale si sono evolute e articolate notevolmente. E’ giustamente presente però all’interno della comunità dei cultori dell’EMDR la tendenza a ordinare e standardizzare per quanto possibile e utile le modalità di applicazione. Così, pur nella flessibilità e varietà dei modi di trattamento, si è venuta a delineare e si è mantenuta in uso una procedura standard composta di diverse fasi (vedi tab. 1) che ora descriveremo brevemente. L’esecuzione della procedura, che può avvenire anche nel corso di una sola seduta, è preceduta da un incontro preliminare, in cui viene effettuata una valutazione clinica del paziente e individuati dei ricordi target per la rielaborazione.

La fase iniziale della seduta di EMDR è detta di preparazione e consiste principalmente nella descrizione e spiegazione delle modalità di funzionamento della tecnica e in una sua applicazione preliminare nella costruzione di quello che viene denominato “il luogo sicuro”. Si tratta sostanzialmente di una immaginazione guidata, in cui viene chiesto al paziente di evocare un luogo sicuro e di immergersi per quanto è possibile nella rappresentazione, inframezzando set di movimenti oculari, praticati con lo scopo di consolidare lo stato emotivo positivo.

Segue poi la fase di individuazione e ordinamento del target. Si seleziona, tra quelli individuate nella seduta preliminare, il ricordo di un’esperienza traumatica specifica, che viene scomposta e riordinata secondo le sue diverse componenti conoscitive. Innanzitutto viene scelta una immagine che rappresenti gli aspetti più negativi dell’esperienza stessa e individuata una convinzione negativa che descriva ciò che il paziente pensa riguardo a sé stesso in relazione alla passata esperienza. Si richiede poi al paziente di formulare una convinzione alternativa con valenze positive sempre collegate all’evento target. Di tale convinzione positiva viene testato il grado di convincimento, quantificandolo tramite una scala detta VOC (Validity Of Cognition). Si conclude poi la fase di ordinamento del target chiedendo al paziente che emozione sente al momento quando pensa all’evento e alla convinzione negativa. Anche l’emozione negativa viene quantificata (tramite la scala “SUD”: Subjective Units of Disconfort).

La fase di attuazione dei movimenti oculari per l’elaborazione dell’esperienza traumatica comincia col chiedere al paziente di concentrare l’attenzione sull’evento target e di seguire contemporaneamente con gli occhi il movimento da destra e a sinistra compiuto ritmicamente dal dito del terapeuta. Una volta effettuati circa una ventina di movimenti, viene fatta cessare la stimolazione e al paziente viene chiesto di descrivere brevemente cosa ha esperito e che livello di sensazione negativa è presente ripensando all’evento d’origine. I set di movimenti oculari vengono ripetuti finché la sensazione negativa non si è ridotta fino ad un punteggio pari a 0-1 della scala SUD.

A questo punto inizia la fase di installazione della convinzione positiva. Prima di procedere però viene chiesto al paziente se ritiene idonea la convinzione positiva formulata in precedenza e, se è il caso, la si sostituisce con una ritenuta migliore. Pensando nuovamente all’evento target il paziente dovrà quindi verificare quanto sente di credere nella convinzione. Si procederà poi alla ripetizione di movimenti oculari, preferibilmente più lenti, fino a che il punteggio VOC non sarà salito fino ai valori più alti.

La chiusura della seduta è preceduta dalla ricerca di sensazioni corporee negative collegate al trauma iniziale rimaste presenti (scansione corporea), e dalla loro eventuale rielaborazione tramite movimenti oculari. La formula di chiusura contiene istruzioni su come trattare eventuale materiale mentale emergente prima della seduta successiva.

CONTINUA




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Tags: E.M.D.R., emdr, trauma, trattamento traumi
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