Dall'ipnosi alla psicoanalisi

Prima parte
Pubblicato il 01 marzo 2021 in Psicoanalisi.


Freud sostenne che Brucke fu tra i suoi maestri certamente uno dei più stimati ed influenti e, presso il suo istituto di fisiologia, operò e fece ricerca per circa 6 anni.

Nello stesso anno (1885) in cui conseguì la libera docenza in neuropatologia, si recò in Francia, da Charcot, per assistere alle sue lezioni e cercare di capire qualcosa di più sulla misteriosa patologia isterica. Grazie ad esse si allontanò progressivamente dalle proprie antecedenti concezioni organiciste e fece sua l’idea che l’isteria fosse una patologia funzionale esente da lesioni organiche.

Inoltre, i fenomeni post-ipnotici, dimostrati da Charcot durante le sue sedute pubbliche, lo spinsero a riflettere sulla possibilità che la psiche non coincidesse con la coscienza, ma fosse assai più ampia e potesse avere, al suo interno, contenuti che la coscienza ignora. Insomma, da lì prese avvio la gestazione del suo concetto di inconscio.

Tuttavia, si deve ricordare che in Charcot permaneva un errore molto grave sulle possibilità dell’ipnosi. Egli infatti riteneva che solo gli isterici fossero ipnotizzabili!

Il neurologo francese giunse a sostenere che l’ipnosi era un attacco isterico provocato artificialmente. In ogni caso, per quanto in questa visione fosse ancora presente un forte influsso della predisposizione, si apriva con essa la strada ad una comprensione psicologica della patologia isterica.




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Tags: ipnosi, psicoanalisi, Freud, Charcot, Breuer
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