Le endorfine 1

Alcune basi molecolari della tossicodipendenza
Pubblicato il 03 dicembre 2012 in Droga e dipendenze.

Tutti noi sappiamo che il piacere ed il dolore sono degli agenti stimolatori straordinari e sono alla base dell’agire umano e animale. Essi sono vissuti come imperativi e Freud definì questa tendenza dello psichico ad evitare il dolore e a procurarsi benessere principio di piacere.

Non può sorprendere, pertanto, che una sostanza come l’oppio, in grado di ridurre drasticamente il dolore e di regalare periodi di intenso piacere, abbia svolto un ruolo importante nella storia dell’uomo.

Ma cosa rende l’oppio, così piacevole per il nostro organismo?

Agli inizi dell’ottocento venne individuato il principale composto attivo dell’oppio: la morfina.

Inizialmente si fece di questa scoperta un uso indiscriminato perché inconsapevoli dei rischi che comportava.

Agli inizi del novecento, secondo alcuni studi, un americano su quattrocento era morfinomane (cioè avvertiva l’incontenibile esigenza di assumere questa sostanza anche quando i motivi clinici che avevano indotto i medici a prescriverla erano stati superati).

Per questo motivo nel 1914 si arrivò ad una legislazione restrittiva in materia.

Ma proprio dallo studio della morfina si giunse alla scoperta di una classe di molecole messaggere che possono agire sia come mediatori sinaptici sia a distanza come ormoni: le endorfine.

Le endorfine sono delle sostanze oppioidi endogene, cioè prodotte dal nostro organismo e dotate di proprietà simili a quelle della morfina.

Risale ai primi anni 70 la scoperta che la morfina agiva su siti specifici situati nel cervello e nel midollo denominati recettori degli oppiacei.




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Tags: Droga, endorfine, tossicodipendenza
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