Fantasia e patologia

Alcuni casi emblematici
Pubblicato il 11 settembre 2013 in Criminologia.

Si fantastica un’esperienza sadica e brutale con la vittima e il successivo comportamento omicidario tende a modellarsi su di essa. Essi iniziano spesso fantasticando circa l’assassinio durante l'adolescenza (o anche prima). Sognano in modo compulsivo di dominare e uccidere le persone, influenzati talvolta da letture sull'olocausto o su altre pagine nere della storia umana. In tali casi, comunque, non è l’eventuale ideologia politica che li attira ma semplicemente la brutalità e il sadismo che vedono realizzati. Altri ad esempio traggono spunti e piacere della lettura delle opere del Marchese de Sade, (dal cui nome deriva il termine “sadismo”) per via delle sue storie, zeppe di piaceri connessi a parafilie più o meno estreme.

Spesso il primo omicidio provoca rimorso, disgusto, talvolta paura ma finisce per avere l’effetto di una droga che velocemente determina assuefazione. In molti casi hanno fatto uso di pornografia, spesso del tipo violento che riguarda il bondage. Altri possono essere eccitati da materiale meno esplicitamente connesso a parafilie come nel caso di Jeffrey Dahmer, che era affascinato dal personaggio dell’imperatore Palpatine de "Il ritorno dello Jedi", e comprò addirittura delle lenti a contatto gialle per poter somigliare a quel personaggio malvagio, mentre diversi serial killer affermano che le loro fantasie sono state influenzate dalla Bibbia, in particolare dal Libro dell'Apocalisse.




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